domenica 9 settembre 2007

HARTUR E IL CASTELLO ABBANDONATO

Hartur era un dolce bambino che aveva una gatta bianca che si chiamava Jessick; se non fosse stato per il suo collare blu con tre stelle d’oro, la si sarebbe potuta scambiare con lo sgabello dove si siede sempre.
Il giorno prima Jessick ha partorito due gattini bianchi.
Il giorno dopo subito la famiglia di Hartur andò dal veterinario, che rispose alla loro domanda: “Sono due femmine!”.
‘Debby e Ursula!’ pensò Hartur.
Poi gridò: “Le chiamerò Debby e Ursula!”
A casa Hartur mise il collarino con scritto miao in rosso con lo sfondo arancione a Debby e un collarino con il mare e il sole a Ursula; poi la mamma di Hartur accese la tv.
Un signore in tv disse: “E’ questo il posto dove Rebby scrisse il suo primo racconto e poi, purtroppo, morì”.
Era il telegiornale.
La mamma chiese: “Perché non dai la pappa a Jessick, Debby e Ursula?” e poi aggiunse: “adesso vieni a mangia…”
Hartur la interruppe: “Cooosa? Vorrai dire ‘dai la pappa a Jessick, Debby e Rebby…’”.
Il papà disse: “Ma dai, già le hai cambiato nome”
Il pomeriggio era molto faticoso per Hartur: tutto il giorno a mettere le codine a Rebby e il ciuffetto a Debby. E sai quanti graffi!
Non si erano accorti che pioveva; si dice che quando piove la padrona o regina del castello di fronte a casa di Hartur si arrabbiava.
Di notte piovve ancora; Debby e Rebby dormivano, hai voglia se dormivano.
Hartur e Jessick no, non dormivano affatto.
Si guardavano…
A un certo punto Hartur prese una culletta (la sua) e ci mise le tre gatte; si mise un giubbotto col cappuccio, gli scarponi, prese la culla, le chiavi che stavano sul tavolo della cucina e uscì.
Jessick impediva alle sue piccole di uscire; ad Hartur il cuore batteva a forse novemila, mentre si avviava verso il castello.
Eh già… volevano esplorarlo…
C’era un minuscolo laghetto, proprio davanti al castello, lontano un metro da casa sua.
Ma c’era un corto ponticello che quando si chiudeva faceva anche da porta.
Hartur era troppo indeciso ad andare nel castello; gli sembrò che la sua casa piangesse così chiese: “Si possono fare entrare gli animali?”
Un filo di vento rispose.
Hartur entrò: davanti a lui un pentolone panciuto e nero. Dietro al pentolone, una sedia di velluto blu dai lati e le gambe dorati.
Alla destra della lettrice /del lettore un camino. Il resto tutto beige e pieno di ragnatele.
Jessick, Debby e Rebby uscirono e Jessick avvertì con un miao innocente che loro sarebbero state sempre vicine al padrone.
Hartur lo capì; sulla sedia c’era un foglio
1996 3 giugno ciao casa ti devo abbandonare
da Laila (età 5 anni e mezzo)
Deve essere che la bimba, Laila, oggi, adesso, ha 17 anni; ‘magari si è trasferita e è andata in un’altra casa’, pensò Hartur, con la culletta alla sua sinistra e i gatti immobili alla sua destra.
Non si erano accorti che c’era una scala; le gattine si rimisero dentro alla culletta e decisero di osservare il castello da dietro il velo che copriva la culla.
Hartur prese la culla e salì le scale.
E a un certo punto la scala venne illuminata da un fulmine  e cadde uno scheletro dal tetto!
Arrivati al piano di sopra si sentirono dei passi...
Poi arrivati davanti a tre porte, i passi si sentirono più fitti verso la porta al centro…
Il bimbo si avvicinò verso la porta al centro; Rebby e Debby strillarono: “MIA’!”
Ma la mamma con un mao a tono di voce basso fece capire alle sue piccole che non dovevano miagolare.
Hartur aprì la porta e…
… uscirono un milione o forse un miliardo di pipistrelli.
Debby e Rebby si trattennero.
Lì c’era un letto, con bel po’ di ragnatele.
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e dalla coperta celeste.
Lì vicino c’era una scrivania arancione, anche essa piena di ragnatele.
La camera puzzava di chiuso; c’era una finestra quadrata chiusa con le persiane.
Poi andarono in camera, probabilmente dei genitori.
Letto rosso, libreria verde, finestra chiusa e triangolare  .
Sul davanzale c’era un altro foglio:
Caro castello, ho trovato una casa in città, più vicina al mio lavoro. Ciao.
I genitori di Laila
(Milo e Micol)
Vicino alla libreria scapparono un po’ di lucertole; poi Hartur aprì un’altra porta e si trovò in bagno. Anche là puzzava di chiuso, perché la finestra rotonda era chiusa.
Dal water, dal lavandino e dal bidet uscirono un mucchio di … zanzaroni!
Buttarono così tanta acqua da formare una pozzanghera.
Hartur scivolò e finì a terra; Debby e Rebby scacciarono i zanzaroni e Jessick gli fece forza e Hartur si alzò.
Hartur scese le scale e tanti UUUUUUUUU lo accolsero.
Una testa rotolò… un fulmine la illuminò… era una… zucca di Halloween!
Si rimise il cappuccio ed uscì con la culletta in mano.
Adesso gli sembrava che la sua casa ed il castello sorridessero.
Quando il bimbo rientrò in casa fece svegliare i genitori; erano le otto di mattina!
Le tre gatte si misero sulla testolina di Hartur.
Il papà e la mamma gli chiesero dove era stato.
Lui, con uno sbadiglio, raccontò tutto, anche i minimi dettagli.
Smise di piovere e spuntò il sole.
Ora Hartur poteva dire a tutti che il castello vicino a casa sua era semplicemente un castello abbandonato dal 1996.