lunedì 26 novembre 2007

PICCOLE

Doris e Iris erano due amiche che nello stesso giorno hanno partorito…
Ora vi racconto.
“Che meraviglia di bambina !” disse Doris rivolgendosi a sua figlia e decise di chiamarla Miley.
“ E la mia Ginevra, ti piace?” le chiese Iris. Doris rispose di sì e le mamme cominciarono a chiacchierare.
Ginevra si rivolse a Miley: “Che nome brutto che hai, mi ricorda la parola maiale!”
Miley invece le rispose: “Ginevra invece a me piace, perché non mi ricorda niente di particolare”
Ginevra chiese: “Dove è andata a finire Ginevra, la moglie di Re Artù? ”
“Beh, di certo non sei come quella” disse Miley.
Iris prese in braccio la sua Ginevra. “Ciao, Doris” e poi disse con la voce a cantilena: “Ciaaao Miiiiley, ci rivediaaaamo domaaani”
Prima che Doris e sua figlia se ne andassero via anche loro, le due mamme si misero vicine, a chiacchierare un altro po’: “Domani va bene la pizza margherita?” chiese una delle due. “Certo”, rispose l’altra e nello stesso istante, attimo, secondo, minuto, ora, giorno, mese e anno (e secolo e millennio, ovviamente, per non dire eternità) Miley sussurrò a Ginevra: “Tua madre ha una bella voce in falseeeetto”.
Poi le due famiglie si divisero.
Il giorno dopo, infatti, si rividero.
“Ciao Ginevrì” disse Miley.
“Ciao Mà” disse Ginevra, e aggiunse: “stavolta il nome Miley assomiglia un po’ a millennio”.
“Il tuo mi ricorda la moglie del ginocchio”.
“Se siamo qui per prenderci in giro, io ti dico che ho una sorella che ha otto anni e che si chiama Maria-Bianca, così almeno non la puoi prendere in giro: Bianca significa Bianca”
Invece Miley la sorprese dicendo: “A me sembra il soprannome di Biancaneve”
“Ancora leggi le favole?” disse Ginevra. “A me piacciono il romanzo dei Promessi sposi e cose così”
“E i Cavalieri della Tavola rotonda, il libro dove c’è Ginevra? E poi io mi chiedo, perché proprio rotonda e non quadrata? E poi che tovaglia usavano per la tavola rotonda, di tessuto o di plastica?”
Ginevra non rispose e, anzi, si addormentò.
“Uffa, si stava così bene dentro la pancia di mamma” sbuffò Miley; “faceva caldo; si dormiva così bene; potevo restare lì dentro e frequentare la scuola materna, quella elementare, le medie, le superiori e l’università e poi uscire dalla pancia di mamma direttamente a 22 anni! E ora ci tocca rifrequentare tutte queste scuole; e poi a chi parlo, visto che Ginevra si è trasformata in un ghiro d’inverno? Almeno dentro la pancia mangiavo il cibo già masticato da mamma e non facevo sforzi; qua fuori mi danno il latte coi biscotti a pappetta. E poi dentro la pancia l’unica cosa che non mi piaceva era quella specie di tubo che legava me e mamma. Volevo essere un po’ più libera e sognavo di uscire dalla pancia e correre dentro un’altra pancia senza tubi e incontrare altri bambini, liberi come me… ma soltanto quelli simpatici, Ginevra compresa. La cosa più buona è che bevevo era il succo di frutta banamela. Mamma ne andava pazza.”
A quel punto Ginevra sbadigliò e si alzò con un occhio semichiuso e l’altro da star.
“Cerco di dormire. Potresti tàcere”
“Si dice tacére, ingorante!”
“Si dice ignorante, ignorante!”
Le due piccole si misero a urlare come matte e non si capiva perché. O meglio, loro lo sapevano, ma gli altri non lo capivano.
Poi Ginevra disse a Miley: “Attiriamo l’attenzione di mamma, dicendo ‘Mamma!’”
“Banamela!” esclamò Miley.
“Cioè?”
“Ha tanti significati:
1. Succo di frutta mezzo banana e mezzo mela
2. Insulto, come a dire torsola o salama
3. Esclamazione di sorpresa
4. Esclamazione del tipo Mannaggia i pesciolini, o altre cose che nuotano”
“Tipo mannaggia le mille balene in gabbia!”
“Allora mannaggia ai nasi soffianti!”
“Ma i nasi soffianti non nuotano!”
“Allora mannaggia ai delfini spruzza-spruzza”
“E poi mannaggia gli squali sdentati”
“Va bene abbaiamo capito”
“Ma che sei un cane?”
“Perché?”
“Hai detto abbaiamo, banamela che non sei altro!”
Le due piccole erano senza fiato per tutti le cose che si erano dette.
Alle mamme sembrava di sentire solo gnè gnè, uè uè, èè èè e lagne così, ma loro tra loro si capivano benissimo.
Anzi avevano deciso di stupire le mamme dicendo le loro prime parole.
“Mamma” disse Ginevra.
“Banamela!” disse Miley.
Doris e Iris si girarono con le bocche aperte come due buste di patatine aperte.
Iris balbettò: “Ma… ma … ma … Gi…Gi…Ginevra ha detto mamma”
E Doris: “Ma… Ma… Miley ha detto Banamela!”
“E che significa?” chiese Iris.
“E che ne so io” disse Doris, “forse parla dei succhi di frutta che a me piacciono da pazzi.”
Iris prese in braccio Ginevra: “Ma tu… tu… tu… tu…”
E Ginevra: “A mà e che è sto tu tu tu. E mica so’ un telefono!”
Doris prese in braccio Miley: “Piccola banamela di mamma”
E Miley: “Grande banamela di Miley”
Ma le mamme capivano ancora solo gnè gnè; riuscivano a capire solo mamma e banamela.
Per festeggiare Doris e Iris decisero di andare al bar.
“Succo di banamela per tutte?” chiese Doris.
“Sìììììì” dissero in coro Iris e le piccole.
E si capì sììì, senza dubbio, non gnè gnè.
Le piccole andarono a finire sul giornale per tutte le parole che dicevano. Infatti a così pochi giorni nessun bambino aveva mai detto le parola banamela.
Ginevra e Miley saranno amiche per sempre, banamela dopo banamela.