giovedì 24 gennaio 2008

SEI SORELLE

“Ho sei figlie: Zara, Mara, Sara, Lara, Chiara e Clara.
Zara ha 13 anni, Mara 12, Sara 11, Lara 10, Chiara 9 e Clara 8.”
Il preside disse: “Che fantasia…”
“Ehi come faceva a sapere il nostro cognome? Non glielo avevo ancora detto” disse il papà.
“Allora … che cosa reale!”
“ Ehi ma come faceva a sapere il cognome di mia moglie!”
“Scusi?”
“Sì io mi chiamo Maryo Fantasia e mia moglie Claudya Reale. E ci siamo trasferiti in questa città in questi giorni e volevamo iscrivere le ragazze in questa scuola”
“Ok” rispose il preside. “Allora Aara in terza media, Nara in seconda media, Tara in prima media … Yara in quarta elementare e Dara in terza elementare”
“Beh niente male; ha sbagliato tutti i nomi e si è dimenticato di Lara, comunque…”
Il giorno dopo, Zara si presentò davanti a tutta la classe e poi si sedette al suo posto.
Zara credeva di essere molto preparata e ripensò: ‘Mi raccomando Zara, ricordati che 6 al quadrato fa 66’.
La terribile professoressa Marinetti la chiamò subito alla cattedra e la interrogò.
“Come vai in musica, Zara?”
“Io non facevo musica nella scuola da dove vengo”
“Iiiiiiihhhh” disse l’insegnante.
Xio, la più brava a scuola, disse: “Ma come fai a non fare musica. E’ la materia più divertente. My favourite subject is music!”
La sua amica Randis, per gli amici Raxdis e per i nemici Rexdis (e nessuno sa perché), intervenne: “Ank mi preferit mater are music”
“Diavolo Rexdis, hai azzeccato una parola!” scherzò il suo nemico Excel.
In quel momento intervenne l’insegnante: “Sileeeenzioooo!!!” urlò.
E nessuno fece silenzio.
Per fortuna squillò la campanella e tutti tornarono a casa.
Nella stessa giornata Mara non fece conoscenza con nessuno, perché era andata da un dottore inciampando su una buccia di banana.
Sara invece era quasi diventata la cocca della professoressa; trovò una sua amica che stava alla scuola di prima e l’amica, di nome Quiffinl, le aveva detto: “La professoressa è sempre più gentile con i nuovi arrivati, ma solo se sono biondi e con le lentiggini, proprio come te, perché anche la maestra è così. L’ho trovato scritto sul suo registro vecchio. L’insegnante disse: “Sono la professoressa Marinelli; piacere Sara, presentaci la tua famiglia”.
Quella lo fece; e la maestra sopportò a lungo quello che diceva.
“Quindi… le tue sorelle… sarebbero come te… cioè quasi col tuo stesso nome”
“Certo, maestra…”
“Ehm, scusa?” disse la professoressa, nel momento in cui Sara andava a sedersi.
“Che ho detto di sbagliato?” chiese educatamente Sara.
“Ehm, niente, lascia stare” e l’insegnante pensò ‘questa è ancora rimasta a maestra…’.
Intanto Lara si scatenava e, in piedi sulla cattedra faceva finta di fare la maestra: “Oggi la maestra non c’è; ci sono io e dovete rispettare tutti me” .
Ma in quel momento entrò la maestra. “Ah bene, abbiamo una nuova arrivata, purtroppo” disse.
“Perché purtroppo?” chiese mormorando Lara, mentre stava prendendo il registro della maestra per fare l’appello.
“Siediti al tuo posto. Come ti chiami, che ti metto la nota?”
Furba Lara disse: “Nessuno”
Così quando Lara, dopo l’intervallo mise dentro il registro della maestra una rana (un classico…), la maestra urlò: “Nessuno in direzione”.
E ovviamente Lara non s’alzò.
“Ho detto: Nessuno in direzioooooooneee!”
Un bambino che era arrivato tardi a scuola, dopo l’intervallo, perché doveva fare il vaccino, chiese: “Che bisogno c’è di dire Nessuno in direzione, tanto non ci entra nessuno in direzione!”
La maestra finalmente capì lo scherzo, ma proprio in quel momento driiinnnnn. Tutti a casa.
Chiara pianse per ore e ore, perché non c’era nessuna delle sue amichette; Clara ebbe il mal di pancia e incontrò Mara in ospedale.
Quando tutte le sei sorelle furono a casa, la mamma disse: “Diciamo che l’unica a cui è andata bene è Sara”.
“Tre giorni in vacanza!” urlò felice Mara e appresso tutte le altre.
In effetti oggi andavano in vacanza per tre giorni, con il camper del padre.
Laremismode nella aimismide, larehinponilaicrè! Aiwazzionwmi(Hisakkersojerr) oh, yeahx…
Questa era la canzone della famiglia Fantasia, che tutti cantavano urlando appena il camper si metteva in moto.
“Bene” disse la mamma, “questa gita deve essere realissima. Che fantasia cucinare delle polpette alla marikodo (che sono degli spinaci da cui esce un pizzico di vaniglia bollente)”
“Davvero ci farai questo?” chiese Clara.
“Io non la so cucinare” disse la mamma, “la devi cucinare che tu hai fantasia” disse poi al papà.
“Io sto guidando” disse il papà.
“Tocca a te” disse Clara a Zara.
“Io te li devo fare per te?” disse Zara a Clara. “Te lo puoi solo scordare” e così dissero anche tutte le altre sorelle.
Così niente polpette…
Arrivati dove dovevano arrivare, scesero.
Deserto…
Si trovavano nel deserto del Sahara.
“Questo è il mio deserto” disse Sara.
“Battutona…” disse Mara, senza alcuna intonazione nel dirlo.
Lì non c’erano abitazioni.
Zara la permalosa si offese. “Papà ma siamo capitati in un deserto deserto senza abitazioni”
“E allora?” disse il papà. “Usa la fantasia!”
La mamma si arrabbiò e nessuno dei due calmò le loro figlie che tutte insieme scoppiarono in un litigio terripilante (cioè un po’ terrificante e un po’ orripilante; così lo chiamò Chiara).
Con i mille panini-calamita del frigo del camper si fecero delle mini-capanne.
“Fantastico” disse Clara, “non posso parlare con nessuno”, mentre invece lei di solito stava in camera con Lara e Mara, quelle con i capelli castani e gli occhi uguali ai capelli, perché le altre tre stavano nella stessa camera e avevano tutte e tre le lentiggini, gli occhi azzurri e i capelli biondi.
Lara entrò un secondo dentro la capannuccia di Clara. “Posso stare con te?” chiede triste. “Abbiamo perso di vista il camper e non possiamo rifugiarci lì dentro e alla mia capanna mancano tre panini”.
“Fantastico” disse tristissima Clara.
Nello stesso tempo, ecco che Chiara si rifugiò dentro la capanna di Sara per chiederle se i compiti che avevano fatto erano perduti. Quella rispose di sì e si affrettò a buttare fuori sua sorella, perché voleva starsene un po’ da sola, ma poi ci ripensò perché Chiara si addormentò.
Zara andò a vedere perché in una capannuccia non c’era sua sorella Chiara, ma nell’altra era sicuro che non c’era nessuno perché ci mancavano tre panini. Scoppiò una tempesta di sabbia e Zara non riuscì a vedere la sua capanna e si trasferì in quella di Mara.
“Non ci capisco più niend” disse il papà che si mangiava le parole quando aveva paura.
Poi aprì gli occhi e capì di aver sognato, perché le sue figlie
1. si chiamavano Reale di cognome
2. sua moglie si metteva Fantasia di cognome
3. le bimbe… Zara aveva 6 anni, Mara 5, Sara 4, Lara 3, Chiara 2 e Clara 1
4. il giorno dopo Zara sarebbe andata in prima elementare e il papà era un po’ dispiaciuto perché si era già fatta grande…
5. THE END