sabato 7 luglio 2007

IL SOGNO DI SARA

Sara, dopo essere stata dalla nonna Susi e dal nonno Fulvio, torna a casa insieme a sua madre Flavia, a suo padre Sergy e alla sorella maggiore Fiordaliso.
Fiordaliso ha il doppio degli anni di Sara; infatti Sara ha 9 anni e Fiordaliso 18, anche se non ha ancora preso la patente.
Tornando a casa Sara pensa: ‘Oggi è stata davvero una bella giornata, però c’è sempre quel desiderio: mi piacerebbe vedere mia sorella da piccola e mi piacerebbe vedere me stessa appena nata’. Sara è un po’ stanca e chiude un attimo gli occhi.
Appena li riapre capisce di stare sopra una carrozzina; si guarda le mani e pensa: ‘Le mie mani! Sono rimpicciolite!’
Sua sorella non ha quella magliettina celeste che fa vedere l’ombelico e i jeans corti; non ha neanche una mèche bionda sui capelli marroni, ma invece ha i capelli biondi, lunghi e intrecciati a una farfallina rosa e ha un vestitino giallo a pallini arancioni.
Sara la riconosce perché la mamma (che non ha i capelli lunghi come al solito) le dice: “Fiordaliso, stai sempre scalza, mettiti le scarpe. Tua sorella che è moolto più piccola di te, è mooolto più educata di te!”
Fiordaliso non è cambiata di carattere e scoppia in un pianto infinito.
Allora Sara vorrebbe parlare, ma dalla sua bocca esce solo uno “gniiièèèèèèè”.
La mamma si volta con uno scatto e dice: “No, no, dai non piangere. Vuoi la pappa?”
Sara annuisce.
La mamma prepara un biberon di latte di capra caldo con i Plasmon.
Sara beve il biberon e quando ha finito si lecca le guance bene bene.
La bimba gira la testa verso sua sorella che ha appena finito di fare i compiti.
Adesso Fiordaliso avrebbe voglia di giocare, ma la mamma le dice: “Forza Fiorda, ti ho preparato una buona minestrina! Vieni a mangiare, che tua sorella ha appena finito!”
Fiordaliso si lagna dicendo: “Nooo-oooo-oooo. Non è giusto, io voglio giocare!”
Però appena sente l’odore della minestrina corre a tavola; dopo aver mangiato la cena, la mamma culla Sara che però fa di tutto per non dormire, perché vorrebbe vedere la sua cameretta, ma da sopra la carrozzina non si vede niente…
Dopo aver fatto un ruttino e un “gniè-gniò”, Sara si addormenta.
Si sveglia alle ore cinque e mezza e inizia a piangere; la sua pancia fa rumble-rumble.
La bimba grida spontaneamente e la mamma, con un occhio chiuso e uno semichiuso, corre nella cameretta con un vasetto di omogeneizzato pollo-vitello.
Sara se lo spazzola in pochi secondi. Finalmente con la prima luce del giorno può guardare la sua cameretta: è tutta rosa e a destra c’è un armadio rotondo, dove ci sono tanti cassetti di legno massello, come l’armadio.
A sinistra, invece, c’è uno scaffale di plastica, sempre rosa; sopra lo scaffale ci sono tante bamboline di coccio con i capelli ricci e marroni, con gli occhi azzurri e il vestito verde sbiadito.
Davanti alla carrozzina c’è una dolce culletta rosa, con un cuscino candido, una copertina rosa a fiorellini rossi e un velo rosa su tutto il cuscino.
A quel punto entra nella stanza Fiordaliso, che sta giocando con un pallone di Barbie; Sara la guarda storta e pensa: ‘Ora posso fare un bello scherzetto a Fiordaliso; visto che sono piccola mamma darà certamente le botte a lei e non a me’.
La bimba incomincia a urlare, facendo capire alla mamma che entra correndo nella cameretta, che Fiordaliso le dà fastidio con il pallone.
La mamma si volta verso Fiordaliso che si tappa le orecchie, perché la mamma uuuuuuuuuuuuurlaaaaaaaa: “Fiordaliso, vai immediatamente in camera tuuuuaaaa! Poi vestiti, fai colazione, che sta già in cucina, lavati i denti e non dare fastidio alla tua sorellina piccola”.
La mamma comincia a stendere i panni; il sole splende e la porta-finestra per uscire in giardino è aperta.
Sara scende delicatamente dalla carrozzina, atterra su dei cuscini che stavano per terra e comincia a gattonare verso la porta-finestra.
Sara esce nel giardino, prende il tubo dell’acqua, che è di gomma verde, apre il rubinetto e comincia a schizzarsi tutto il viso con l’acqua.
La mamma si accorge dell’accaduto e corre a chiudere il rubinetto, ma inciampa nel cesto dei panni e finisce stesa sul prato.
Allora è Sara pensa di aiutare la mamma; chiude il rubinetto e porge una mano alla mamma per farla rialzare.
La mamma si rialza con tutti i capelli in aria e comincia a sbuffare per scansarli da davanti agli occhi.
“Non si fanno questi brutti scherzi, Saretta. Tu del resto sei piccola e non capisci ancora. Sara fa un sorrisone che arriva fino agli occhi.
Intanto il papà di Sara chiama Fiordaliso per accompagnarla a scuola; Fiorda non si è ancora pettinata i capelli, tuttavia esce con ancora il pettine il mano e il viso sporco di dentifricio.
Dal sorriso di Sara esce una risatina che fa “Eh eh eh eh eh eh eh”.
La mamma Flavia, felice della risatina di Sara, la riporta nella sua culla, la cambia e al posto del pigiamino rosa, bagnato, le mette una tutina gialla, con sopra un orsacchiotto marrone, con gli occhi neri e il papillon rosso.
Sara comincia a giocare con un gattino di pezza a strisce tigrate bianche e arancioni.
Il gattino di pezza miagola se Sara gli accarezza il collo.
La mamma le canta una canzoncina per farla riaddormentare e Sara piano piano chiude gli occhietti.
Quando si sveglia si volta verso destra e vede Fiordaliso che parla al cellulare piano piano. Ha di nuovo la mèche bionda sui capelli marroni ed è vestita, come al solito, con la maglietta che fa vedere l’ombelico e i jeans.
Sara si guarda le mani.
‘Ehi!’ pensa ‘sono di nuovo le mani di una bambina di nove anni’.
“Ehi ciao, Saretta, ti sei svegliata?”
Sara si guarda attorno un po’ stupita e vede che la sua cameretta è quella celeste con il poster di Mila e Shiro, con il letto matrimoniale con la coperta bianca e i cuscini arancioni, con la scrivania blu e viola per fare i compiti: insomma proprio la stanza di una bambina di nove anni.
La bimba pensa: ‘Di certo il mio sogno non poteva essere più lungo di così, però almeno ho scoperto come ero da piccola e come era Fiordaliso a dieci anni’.
‘E’ stato davvero un bel sogno’, pensa, accarezzando il collo ad un gattino di pezza a strisce tigrate bianche e arancioni.

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