sabato 7 luglio 2007

LA BAMBOLA COLORATA

La mamma accompagnò Harry al saggio di sua sorella Maggie.
Era così bello il saggio che stranamente piaceva anche ad Harry.
La signora Dharlsley, la mamma di Harry e di Maggie, decise per premio di Maggie e anche di Harry perché per la prima volta aveva fatto un applauso a un saggio, di andare nel negozio Glu-Glu-Glay.
Era un negozio di giocattoli.
Harry in macchina esclamò: “Non sarà mica quel negozio dove Maggie per il suo compleanno ha comprato quella Barbie con i capelli verdi, con gli occhi gialli, che era vestita con una canottiera grigia sporca e una gonna nera e il resto del corpo era color arcobaleno?”
“No” disse la mamma, “quello era il negozio vicino a Glu-Glu-Glay”.
“Mi ricordo benissimo come si chiamava” disse Maggie con aria da io-so-tutto, e continuò: “si chiama Fantasy, ma lo giuro, non comprerò più niente in quel negozio!”
Poco dopo scesero dalla macchina ed entrarono nel negozio.
Lì c’erano due sculture di bambini in oro, uno maschio e una femmina.
Maggie andò vicino a quelle sculture e disse: “Che carineeee”. La scultura della bambina ripeté: “ Che carineeee”.
Harry, che stava camminando si bloccò: “Oh, no, non sarà mica una di quelle storie tipo L’orsacchiotto misterioso…”
La scultura del bambino ripeté: “Oh, no, non sarà mica una di quelle storie tipo L’orsacchiotto misterioso…”
La signorina Nakton, la proprietaria del negozio, disse: “Infatti non è una di quelle storie tipo L’orsacchiotto misterioso perché queste statue hanno le pile e ripetono ciò che si dice loro!”
“E’ veramente noioso” esclamarono i due bambini insieme.
“E’ veramente noioso” ripeterono le due statue insieme.
“Andiamocene” sussurrò Harry a Maggie.
Maggie annuì.
Sullo scaffale, che stava al centro del negozio, c’era, lì seduta, una bambola colorata: aveva i capelli castani con due mèches bionde ai lati del viso, che sembrava quasi vero!
Aveva gli occhi verdi come un campo fiorito, aveva le labbra fine e un naso che sembrava così vero che Maggie disse: “Quella bambola è umana!”
“Ma cosa vai dicendo?” disse la signorina Nakton.
La bambola era vestita con una maglietta a maniche corte arancione, con i contorni gialli e dei pantaloni verdi smeraldo, con delle scarpe bianche da ginnastica, senza calzini.
Le orecchie erano nascoste tra i capelli; era una bambola così perfetta che anche se costava 500 Euro, piaceva perfino ad Harry.
“Ci devi comprare quella bambola” dissero in coro i due bambini.
“Costa troppo quella bambola!” rispose la mamma. “E ora andiamo, che è ora di cena!”
Ma quella notte i due bambini non dormirono.
“Non possiamo stare con le mani in mano, dobbiamo inventarci qualcosa se ci teniamo davvero a quella bambola colorata” disse Maggie.
Anche il fratello stava molto turbato e cercava di ricordarsi il nome della bambola che era scritto sul foglietto accanto alla bambola.
“Tochever!” esclamò Harry.
“Ma che Tochever” lo corresse Maggie, “semmai Together!!”
“Giààààààààààààààààààààà” urlò sottovoce il fratello. Sì sottovoce per non svegliare mamma e papà.
“Io ho già un’idea, sai, Harry” sussurrò Maggie.
“Dimmi tutto Maggie”
“Prenderemo la macchina di papà, quella vecchia, naturalmente, quella che deve buttare tra dieci settimane. Così si sbrigherà a buttarla, potrà buttarla domani e si comprerà finalmente la macchina nuova”
“Ho un paio di domande da chiederti, Maggie” disse Harry.
“Chiedi pure”
“Primo: chi la guiderà l’auto? Secondo: L’autista saprà dove è il negozio Glu-Glu-Glay. Se non lo sa mi dici come faremo a andare a prendere la bambola?”
Maggie fece una risatina: “Ah ah ah. L’autista che guiderà la macchina, ah ah ah, sarai proprio tu, non io; perché io ho fatto tipo Hansel & Gretel e ho lasciato da lì a casa i miei stickers-attack”
“Sei grandiosa, Maggie!” esclamò Harry.
Maggie intendeva per stickers-attack degli animaletti di acciaio con la calamita, attaccati al marciapiede; erano più di mille e, devo dire la verità, è molto difficile staccarli.
Infatti ancora oggi Maggie si chiede come possono essere rimasti attaccati quei cosetti per tre anni sul marciapiede.
I due si alzarono cercando di fare meno rumore possibile, scesero le scale del loro balconcino e arrivarono in garage. Avevano già pensato a prendere sia le chiavi del garage che le chiavi della macchina; il grande problema per Harry (e ancora oggi si chiede perché per lui quello poteva essere un problema) era che non sapeva come accendere la macchina e si sentiva come spiaccicato in un grosso sandwich.
Per fortuna, la sorella maggiore Maggie, che era più grande di un anno, aveva in mano un foglio e lesse:
1- prendere la chiave e metterla nel buchetto celeste vicino al volante
2- girare la chiave e accendere la macchina
3- aprire il garage e fare retromarcia spostando indietro e a destra la stecca che sta fra i sedili
4- accendere i fari con la stecchetta che sta vicino al volante
5- premere con il piede destro il pedale di destra per accelerare
6- leggere attentamente ogni cartello
7- pregare che tutto vada bene
“Bella calligrafia” disse Harry con la faccia schifata, prima di fare tutto quello che aveva letto la sorella.
La macchina avanzava a saltelli, perché Harry arrivava a malapena ai pedali; Maggie guardava il marciapiede per controllare che ci fossero gli stickers-attack.
Proprio quella sera, la signorina Mary Fraday, l’assistente della signora Nakton, per sbaglio aveva dato la pillola-sentimenti alla bambola colorata, che adesso correva velocissima su una macchina scoperta, una coupé, del famoso cugino di Barbie, Enzo, seguendo anche lei gli stickers-attack. Voleva andare a casa dei due bimbi che le erano stati simpatici sin da quando avevano messo piede nel negozio.
Naturalmente, la macchina del papà ormai quasi distrutta, fece una giravolta in aria, tanto da aprire gli sportelli e da far uscire i bambini, che atterrarono sopra un prato verde, proprio accanto al Glu-Glu-Glay.
In verità i due bimbi si erano appena incrociati con la bambola, che intanto aveva rotto metà della macchina di Enzo, anche lei e che sicuramente in questo momento stava tornando a Glu-Glu-Glay, dato che non aveva trovato i bimbi nella cameretta.
I bimbi erano sorpresi di trovare il negozio aperto. Su un cartello c’era scritto:
IL NEGOZIO CHIUDE ALLE ORE 22.08




E invece erano le 23.00 esatte.
La signora Nakton era disperata: “Come mai non c’è più la bambola Together?? Come hai fatto a darle la pillola-sentimenti” urlò alla sua assistente e continuò: “Sarà andata sicuramente da quei due mocciosi di oggi pomeri…”
La signora Nakton si bloccò perché vide i due bimbi.
“Come non c’è la bambola? Siamo venuti apposta a prenderla” disse Harry tirando fuori dalla tasca 100 Euro, le paghette di un anno di tutti e due.
Harry cominciava a parlare arrabbiato: “Insomma ci potevate fare uno sconto; ho 102 Euro e poi siamo bambini, non le possiamo dare di più. Ma se la bambola non c’è penso proprio che mi metterò a…” sussurrò “piangere…”
Maggie si guardava attorno pensando ‘cosa devo fare adesso?’
Un secondo dopo si mise avanti al fratello, per non fare vedere alle due signore che piangeva anche se da dietro si sentiva “Sniff sniff”.
Poi si guardò ancora intorno pensando ‘e ora cosa dico alle due signore?’
Tre o quattro secondi dopo stava dicendo alle signore: “Con voi non è finita qui. Ci inventeremo un altro piano per prendere Together!”
Prese per la mano il fratello e dopo aver controllato bene tutte le parti del negozio per verificare che la bambola non fosse nascosta lì dentro, disse: “A non rivederci”
Il fratello vide soltanto il cartello con scritto Together e disse “ A non rivederci”.
Poi se ne andarono via dal negozio; qualche minuto dopo Together era tornato al Glu-Glu-Glay. Della macchina di Enzo era rimasto soltanto il volante.
Dopo una mezz’oretta i due bambini videro passare un taxi con il guidatore mezzo assonnato.
“Scuusiiiii taxiiiiiiii, si fermi” urlò Maggie.
Sembrava che tornavano a casa in un batter d’occhio; nessuno parlava nel taxi e i due bambini erano impegnati a inventarsi un altro piano.
Tornati a casa si sedettero sulle scale del loro balconcino.


“Potremmo dire qualcosa al telegiornale” esclamò Maggie.
“Potremmo dire” continuò Harry “che se i cittadini non troveranno al più presto la bambola Together verranno tutti messi in galera”.
Così fecero; andarono al telegiornale e chiesero a tutti di trovare la bambola Together.
Mezz’ora dopo se la ritrovarono a casa; era stata Mary, l’assistente della signora Nakton, a ritrovarla, vicino al negozio, ancora con il volante della macchina di Enzo in mano.
“Credo che starà meglio qui con voi che al negozio, la piccola e coloratissima Together” disse sorridendo Mary.
I due bimbi non dissero niente, tranne un “Grazie” sussurrato da Harry, “Grazie anche da parte di Maggie”.
Il giorno dopo i due bimbi si sentirono fieri di iniziare una nuova avventura con la bambola.

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