venerdì 27 luglio 2007

MINA & AURORA

Mina stava leggendo il libro Lilli e il vagabondo. Era arrivata al pezzo in cui Lilli diceva “Io mi chiamo Lilli. E tu?”
Poi Mina si bloccò e smise di leggere. Aveva dato uno sguardo al foglio che aveva scritto lei: “Ore 7.00 nell’Acquapark del villaggio turistico” e pensò: ‘oh no, domani riandrò a quel noioso Acquapark del villaggio turistico”.
Il giorno dopo naturalmente il vecchio signor Jeff Carllers stava come al solito rannicchiato sulla sua poltrona di velluto rossa. Mina ricordò che il signor Jeff Carllers parlava con loro soltanto quando doveva dire ‘E’ ora di pranzo’, oppure ‘E’ ora di entrare in piscina’ oppure ‘E’ ora di uscire dalla piscina’. In più sembra che gli cresca un pelo di barba ogni secondo.
La bambina sollevò la sua borsa, naturalmente molto pesante.
Al solo pensiero di cosa c’era dentro la borsa le venivano i brividi; doveva portare il pranzo, i costumi, i giochi, il phon, gli occhialetti, la crema, un vestito da basket, uno da pallavolo, e un tutù rosso e bianco per il balletto. In più, alle sei di sera, dovevano tornare a casa a farsi la doccia perché non c’erano gli spogliatoi e quando si dovevano cambiare il costume si nascondevano da qualche parte del prato della piscina.
Poi si avvicinò a due bambine, una con i riccioli rossi e l’altra con i capelli biondo-arancioni.
“Ciao. Posso giocare con voi?” chiese Mina.
“Noi ci chiamiamo le No-Dentista. Io sono Sara e lei è Celeste” disse la bambina con i riccioli rossi e aggiunse: “E tu non puoi giocare con noi perché tutte le cose che fa il dentista noi non le vogliamo e tu hai l’apparecchio!”
Celeste, con una smorfia, soggiunse: “Già!”
Mina si allontanò e quando fu a un metro di distanza da loro urlò: “Allora io mi chiamo la Sì-dentista!”
Poi vide quattro sorelle ugualissime, la più grande Zelda, la seconda Zara, la terza Zaira e l’ultima Zoe.
“Magari potrò giocare con loro” mormorò Mina.
Zaira trillò: “Oggi propongo di giocare a campana”.
Le altre, felici, risposero di sì. Mina si avvicinò “Posso giocare con voi, mi chiamo Mina…” mormorò Mina.
“No!” la bloccò Zara con voce da stupidina, e trillò anche lei, “perché inizi con la M e noi con la Z!”
Mina oltrepassò anche le zeta e le sgridò: “Allora io mi chiamo Zina!”
Poi arrivò davanti a una bambina, mai conosciuta in vita sua; aveva gli occhi nascosti sotto la frangetta castana.
Mina provò a dirle: “Posso giocare con te?”
Lei alzò la testa e gridò con tutta la voce che aveva: “Noooo! Mi sei antipaaaticaaa!”
Dopo quel grido Mina alzò le mani come se qualcuno le aveva detto ‘Mani in alto’ e pensò ‘Ma chi la conosce quella; come fa a dire che sono antipatica se non mi conosce…”
Al vecchio Jeff era cresciuta la barba che ora toccava pelo pelo i piedi.
Lui dopo aver fumato la pipa disse “E’ ora di andare in piscina!”
‘Finalmente’ pensò Mina, ‘magari lì incontrerò un’amica. Ho ancora quelle due collane…’ Pensò così alle due collane col ciondolo a forma di cuore.
Intanto in piscina vide un’altra bambina triste come lei. “Tu sei un’altra di quelle che non vuole giocare con me per chissà quale motivo?” chiese Mina preparata ad aspettarsi un ‘già, è proprio così’.
La bambina rispose: “No! Io voglio giocare con te, se tu vuoi giocare con me! Piacere, mi chiamo Aurora… Ehi, ma anche tu hai l’apparecchio” concluse, spalancando la bocca per farle vedere l’apparecchio.
“Sì che ho l’apparecchio” rispose Mina. “Piacere! Mi chiamo Mina” disse spalancando anche lei la bocca.
Poi ragionò: “Ma tu non sei del villaggio turistico?”
“No, io ci vivo da due anni qua” rispose Aurora, “ma quando dopodomani compirò undici anni tornerò a Sabbiafina, dove sono nata.”


“Ma se tu sei nata il 15 undicembre 1996 significa che sei nata il giorno prima di me; io sono nata il 16 undicembre 1996.
Poi Mina pensò di mettere la foto di Aurora nella collanina. Così chiese: “Posso farti una foto?”
Aurora annuì. “Mi metto in posa” aggiunse.
Mina scattò la foto di Aurora pensierosa.
“Ora la ritaglio a forma di cuore e la metto dentro la collanina” disse Mina.
“Ora scattala a me” continuò Mina.
E fece la foto di Mina felice. La ritagliarono e la misero nella collanina.
Dopo una bella risatina perché avevano le collane con la foto della loro amica, Mina si avvicinò all’orecchio di Aurora e le disse: “Mi raccomando: fa’ vedere soltanto ai tuoi la collana e agli altri no”.
Il signor Carllers stava portando la sua poltrona rossa fuori dalla piscina, dopo aver detto “E’ ora di uscire dalla piscina”.
La signorina porta-poltrone-rosse prese la sua poltrona prima che lui la potesse prendere.
Il signor Jeff Carllers non poteva dire “No, la prendo io”, perché lui poteva dire solo “E’ ora di pranzo” e così via.
“Lei non si preoccupi, signor Carllers” disse la signorina Bananas (Nora Bananas) “la porto io la poltrona giù”.
Jeff prese le pennette fredde che aveva preparato sua moglie Gianna Gioacchinaras; dopo aver mangiato due o tre pennette disse: “E’ ora di pranzo. Grffff”.
Zaira osservò a lungo la barba di Jeff: era cresciuta in modo impressionante.
Intanto Mina si era nascosta dietro un albero finto, dove c’era la spina per accendere il phon. ‘Qui non mi vedrà nessuno’, pensava, mentre si metteva il nuovo costume verde.
Si asciugò i capelli con il più bel phon che aveva a casa, mentre si era già vestita con la maglietta e la gonna. Poi dopo aver mangiato, fece quello che le aveva detto Aurora: scrivere, nel frattempo dei giochi:
NASCONDINO
UNO DUE TRE STELLA
ACCHIAPPARELLA
ALLA MANO DEL PAPA’

‘Quattro giochi bastano’ pensò Mina.
“Forza ragazze” le chiamò Sara, vestita da pallavolo.
“Dobbiamo giocare a pallavolo” aggiunse Celeste.
“Eccoci!”. La numero 1 era Sara, la 2 Celeste, le due bambine No-Dentista, la 3 Mina, la 4 era Zara, la 5 Zelda, due delle quattro sorelle Zeta. Infine la 6 era la bimba che Mina non sapeva neanche chi era e che le aveva urlato “Sei antipatica!” e che si chiamava Federica.
La prima battuta fu proprio a Federica, che un secondo dopo si trovò lanciata in aria dalle altre giocatrici perché aveva conquistato il primo punto.
L’arbitro era Zoe e Zaira invece segnava i punti.
Poi toccò a Zelda e le avversarie Azzurra, Daniela, Serena, Lina, Lia e Pamela dissero tutte “Presa!”, ma nessuno la prese.
“Evviva Pan-Pam-Friends” dissero in coro Celeste e Sara.
“Evviva noi” dissero in coro Zara e Zelda abbracciandosi; “Sìììì” disse saltando Federica. “Hip Hip Hurrah Yuppy” disse Mina.
Vinse la squadra di Mina, naturalmente.
Il signor Jeff Carllers era circondato da tutta la sua barba e per fare qualcosa di diverso fumò la sua pipa.
“E’ ora di andare in piscina” aggiunse.
“Hai preparato i giochi?” chiese Aurora a Mina.
“Sì però non mi va di giocarci” disse velocemente Mina.
La piscina era circondata da fiori di ogni genere e un prato finto fatto di mattoni.
In mezzo a due viole spuntava un pioppo abbastanza alto.
A destra gli unici tulipani circondati da un cerchio di girasoli. Più in là si potevano vedere i campi di grano.
Poi, vicino alle scalette per salire alla piscina, invitavano ad andare in piscina due palme. Rose di ogni tipo, viole di ogni tipo, stavano a destra, mentre tigli e gigli stavano a sinistra.
In mezzo c’erano margherite, gelsomini e gerani.
Ma quello che si vedeva di più era il boschetto con due peri, cinque noci, dieci albicocchi e otto lecci. Si poteva passare in mezzo all’unico melo per andare da una piscina all’altra.
Era proprio meraviglioso; nel frattempo Mina e Aurora andarono nell’acqua, più ghiacciata di prima.
“L’acqua è diventata ghiaccio!” esclamò Mina. “Guarda, ho trovato un blocco di ghiaccio”, disse Aurora tirando fuori dalla piscina un vero blocco di ghiaccio. “Beh possiamo sempre rimediare!” esclamò Aurora, prendendo due paia di pattini per il ghiaccio e poi soggiunse sottovoce: “Pattinando sul ghiaccio”.
Pochi secondi dopo Aurora disse “Grazie per avermi prestato il pareo”.
Tutte e due infatti avevano un pareo diverso; Aurora aveva lo sfondo giallo e dei fiori stranissimi: il polline rosso e dei petali arancioni tutti in cerchio ma staccati dal polline. Erano soltanto due i fiori, uno a destra e uno a sinistra.
Si pattinava proprio bene; pensandoci un po’ su, poco dopo, Mina rispose: “Se vuoi, te lo regalo!” Lei invece aveva mille stelle bianche e argentate sul pareo e lo sfondo blu.
Attraversarono tutto il campo di grano; lì spuntavano piccole margherite e più di duemila papaveri appena sbocciati, belli freschi.
C’erano dorate piante di grano; purtroppo Aurora passò su una piccola pozzanghera e scivolò e disse appena in tempo, prima che non le rimanesse fiato: “Aiuto, casco”.
“Arrivo, Aurora” urlò Mina.
Aurora si stava rovesciando a testa in giù quando Mina la rimise su.
“Tutto al posto suo?” chiese Mina.
“Sì smruff” rispose Aurora.
Tutti applaudirono: “Clap clap clap”
“Guarda, ci applaudono” disse Aurora.
“Già che strano!” evidenziò Mina.
Poi si avvicinò la signorina Nora Bananas: “Bravissssime, un bellissssimo balletto. Grazissssime. Andate a prendere la coppa!”
La sua assistente Nicole Melanzanas aspettava con la coppa numero 1 in mano.
Nessuna delle due bimbe sapeva che Nicole era una chiacchierona. “Bravissime avete vinto il premio, siete state bravissime, veramente brave, ma brave davvero, ma quanto siete brave, e che bravura, un solenne applauso per le nostre brave ballerine Minurora e Auina.”
“Aurora e Mina” dissero insieme Mina e Aurora.
Mina si sentiva proprio al settimo cielo, ma l’indomani in piscina, Mina aspettava Aurora nella piscina bassa, circondata da quella finta natura.
Visto che non c’era, attraversò il boschetto e si ritrovò nella piscina per fare le gare, circondata da ciliegi e castagni; di fiori c’erano soltanto finte piante grasse e cactus.
Aurora stava nuotando insieme ad un’altra bambina.
“Bene, Alba, ho vinto io” disse Aurora, ridendo.
Le bastò un secondo a Mina per vedere cosa stava facendo Aurora e pensò ‘Lei è amica di... di quella...’
Attraversò il boschetto, dove erano nate ciliegine rosse rosse e castagne marroni marroni.
“Ti possiamo dire una cosa?” la bloccò Sara.
“Fate pure” disse, triste, Mina.
“Un giorno” disse Celeste, “io pensavo che visto che Sara stava chiacchierando con un’altra bambina, non mi era più amica. Ma lei mi spiegò che quella bimba le stava chiedendo soltanto dove aveva comprato il costume che era davvero bello. Quindi rimanemmo amiche.”
Quando Celeste disse la parola amiche, Mina tolse un sassolino con un calcio che impediva di far nascere un altro tulipano. “Chiedi ad Aurora perché stava con l’altra bambina. Ci sarà certamente un motivo!” disse Sara.
“Grazie mille Sara, volo!” disse Mina.
Poi Mina si avvicinò ad Aurora, che era seduta su una poltrona di velluto azzurra, circondata da trifogli, quadrifogli e pentafogli e da due piccoli alberi di limone.
“Aurora, perché parlavi con quella bambina?” chiese Mina.
“Perché mi aveva chiesto di fare una gara di nuoto. Ho vinto io!” rispose Aurora alzando gli occhi.
“Scusa, non lo sapevo” spiegò, arrossendo Mina.
Poi continuò: “Riguardo a domani, cioè il tuo compleanno, anch’io ritornerò a Sabbiafina. Io abito lì”
“Potremmo festeggiare il compleanno a mezzanotte di domani”. Aurora chiese: “Tu in quale via abiti? Io, in viale Mani Dallabocca”
“Anch’io!” rispose entusiasta Mina.
L’indomani ... din don... suonarono al campanello di Mina.
“Apri, Mina, sono io, Aurora”
“Auguuuuuuri!” urlò Mina.
Mina si toccò il petto sperando di avere la collana al collo; neanche Aurora la aveva. Poi Mina si ricordò di avere messo le due collane sulla poltrona di velluto azzurra, dove era seduta Aurora.
Aurora disse a Mina che erano vicine di casa. Poi Mina mostrò ad Aurora un regalo che le aveva fatto; Aurora aprì la scatola e trovò il pareo che aveva usato per il pattinaggio del ghiaccio.
“Te l’avevo detto che te l’avrei regalato” disse Mina; “e anch’io ho un regalo, che serva anche a me” disse a quel punto Aurora.
“Fammi vedere” disse Mina.
Mina aprì la scatola e trovò le due collane.
“Le ho prese io le collane che erano sulla poltrona azzurra e le ho conservate per oggi!” disse Aurora.
Poi si trovarono anche a scuola insieme.
“Ma ti trovo da tutte le parti!” rise Mina.
“Sì” ribatté Aurora.
Così le due restarono vicine di casa e andarono sempre alle stesse scuole e allo stesso lavoro e, naturalmente, si trovarono vicine di casa anche al mare, in viale Mani Dalnaso.

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